Continuano i nostri Quarantine Journeys con Olha e la sua avventura in Nepal.
di Olha Vozna
Ogni giorno vediamo decine di fotografie e video dal mondo ma non sono mai abbastanza per descrivercelo.
Un anno fa, nei primi giorni di aprile 2019, io, Andrea Morghen, Michele Colombo e Matteo Campestrini siamo partiti alla scoperta del Nepal. Per Andrea non era la prima volta, come direttore di Religion Today Film Festival era già stato a Kathmandu per partecipare a Human Rights International Film Festival ed adesso veniva con me e Michele, due partecipanti del progetto internazionale “Giovani sulle rotte del cinema e della solidarietà”, e Matteo collaboratore di Religion Today, per presentare il film “Alganesh” in concorso al festival e per accompagnarci a visitare i progetti della solidarietà internazionale trentina.
Arrivare a Kathmandu (come a Dhaka che avevo visitato due anni prima) mi ha dato di nuovo una scossa alla percezione della vita e del mondo. Ogni giorno vediamo decine di fotografie e video dal mondo ma non sono mai abbastanza per descrivercelo. Immergersi in quella realtà così diversa dalla nostra appena usciti dall’aeroporto, provoca un certo shock. Il susseguirsi di giornate piene di eventi straordinari trasforma lo “shock” in una meraviglia continua.
La stessa sera del nostro arrivo, dopo aver conosciuto gli organizzatori del festival e rivisto alcuni amici nepalesi che erano stati nostri ospiti a Trento, abbiamo incontrato Federica. Lei ci ha organizzato le visite ad alcuni progetti trenini che si trovano fuori dalla capitale.
Abbiamo avuto modo di visitare non solo Kathmandu, ma anche la bellezza della natura, dei templi e delle altre città
Nei primi giorni del nostro viaggio eravamo impegnati a frequentare la sala cinema del festival. Guardavamo varie pellicole e facevamo discussioni dei film con i registi da tutto il mondo. Ricordo con molto piacere che abbiamo rincontrato i nostri amici bengalesi, coreani e kazaki conosciuti al Dhaka International Film Festival ed è nata un’amicizia con due registi danesi con i quali passavamo ore a confrontarci sui film visti, sulla creazione e produzione dei film in generale. Inoltre abbiamo potuto visitare la piazza Durbar di Kathmandu dove si trova Hanuman Dhoka, un complesso di strutture con il Palazzo reale, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Finito il festival siamo saliti su un fuoristrada con la guida nepalese Lilabahadur, che parlava un italiano perfetto. Ci siamo diretti a visitare la Rarahil Memorial School, uno dei progetti internazionali trentini in Nepal. Visitata la scuola siamo stati accolti nella casa per le donne vittime di violenza, gestita dall’associazione Apeiron. Molte donne hanno voluto condividere le loro storie e mostrarci come la loro vita stava cambiando in meglio in quel rifugio. Infine nel pomeriggio abbiamo visitato il Tempio di Pashupatinath: Tempio di Shiva, sulle rive del fiume sacro Bagmati, luogo di pellegrinaggio e di cremazione dei morti. Mentre eravamo lì stava avendo luogo un funerale e la cremazione avveniva davanti ai nostri occhi. Questo sito religioso è considerato il più sacro al mondo per gli induisti.
Il giorno dopo ci siamo dati all’avventura in un, come lo chiamavano i ragazzi, “breve” trekking. Per me è stata una bella sfida arrivare alla destinazione. Siamo partiti da un paesino che ci conduceva nel fitto bosco attraversando uno dei famosi ponti sospesi. Mentre camminavamo i paesaggi continuavano a cambiare. Dal bosco siamo passati ad attraversare dei campi per arrivare ad una strada centrale di un paese in montagna. Piccolo particolare: la notte prima aveva piovuto, noi camminavamo nel fango più totale di questa strada di paese sterrata che non ha fatto in tempo ad asciugarsi sprofondando fino alle caviglie.
Mentre camminavamo, i paesaggi continuavano a cambiare
Abbiamo incontrato delle donne che trasportavano in grandi cesti dell’erba fresca raccolta per dar da mangiare agli animali. Queste donne camminavano scalze sicure su sentieri impervi, dove io pensavo che al passo successivo sarei precipitata giù. Abbiamo pranzato con dei momo, ravioli nepalesi ripieni con della carne e le spezie, in una locanda di un paese che ci indicava la strada verso la nostra meta: Namo Buddha. Questo è un monastero buddista molto pittoresco, dove la leggenda narra che il Budda abbia sfamato con la carne del proprio corpo una tigre affamata con dei cuccioli.
Dopo altre due orette di cammino, quando pensavo di aver raggiunto il monastero, ci aspettavano centinaia di scalini che ci portavano in cima della montagna con tutto attorno bandiere di preghiera. Mille colori accompagnavano il nostro cammino verso il tempio. Una volta arrivati abbiamo ammirato il panorama mozzafiato e abbiamo cenato con i giovani allievi del monastero nella loro sala pranzo, inginocchiati davanti un piccolo tavolino di legno.
Mille colori accompagnavano il nostro cammino verso il tempio…
Il nostro ultimo giorno si è concluso con la visita della scuola Deupur, la cui costruzione è sostenuta dall’Associazione Amici Trentini ONLUS. Si trova lungo le pendici di una montagna, con una vista su una valle vastissima e in lontananza l’Himalaya. Per raggiungere questa scuola tanti bambini fanno un cammino anche di un’ora per i sentieri delle montagne. Per finire siamo stati nel villaggio SOS, case famiglie in cui i bambini orfani sono adottati e vivono la normale vita di una famiglia, frequentando la scuola e facendo i lavori in casa. Una coppia può accogliere anche 10 bambini e, nonostante sia una famiglia adottiva, si crea un legame come fra genitori e figli.
Abbiamo avuto modo di visitare non solo Kathmandu e i suoi luoghi storici, ma anche la bellezza della natura, dei templi e delle altre città. Abbiamo conosciuto nuove persone e incontrato vecchi amici. Nel monastero buddhista ci siamo guardati dentro e riflettuto nel silenzio e nella pace. Abbiamo visto le difficoltà di molti nepalesi nell’affrontare ogni giorno ma anche la loro spiritualità forte e profonda.
Colori, odori, traffico, natura, templi, persone, bandiere con le preghiere… Tutto questo si è adagiato da qualche parte nella mia memoria. E a volte, inaspettatamente, mi ritrasporta lì e rivivo, ancora e ancora, quei luoghi e quel viaggio.
Dopo quest’avventura in Nepal, perché non continuare a viaggiare con altri Quarantine Journeys? Vi portiamo anche in Kenya, Bolivia ed India!