In India per un altra tappa dei nostri Quarantine Journeys.

di Lia Beltrami

“Nel turbine dell’aria, tra gente accalcata, un pellegrino ci è venuto vicino e ci ha regalato arance e dei dolci di miele. Non sapeva nulla di noi, ma ci è venuto incontro.”

Non era la mia prima volta in India. Avevo un ricordo del Kerala fatto di bellezza mozzafiato, palme fuse con l’orizzonte, coste e fiumi, foreste e sorrisi. Calcutta non ha niente a che fare con tutto questo. E’ il puro caos. Clacson continui, assordanti; fiumi di persone che si scontrano nelle strade e veicoli a motore sempre fermi in un perpetuo ingorgo. Ci siamo ritrovati qui all’aeroporto: io arrivavo dal Bangladesh, Andrea e Ferran dall’Italia, la protagonista di Complexion, Nina Davuluri, e la sua manager dagli Stati Uniti. Un interessante melting pot. Abbiamo vissuto una forte esperienza ospiti delle Suore della Provvidenza, a nord della grande città, vicino alla prima missione di Madre Teresa di Calcutta. Tre i momenti forti del viaggio indiano.

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PREGA.

Una mattina ci siamo alzate con il buio e siamo andate a fare le riprese all’aurora sulle rive del Gange. Rumori, canti, suoni di corno immersi e disintegrati nel Silenzio del grande fiume. I primi pellegrini si preparavano al bagno rituale, spargevano fiori, inondati dall’incenso. Ci hanno bagnato, benedicendo il nostro lavoro, ci hanno accolto nella loro profonda spiritualità, tra il grigio e i colori.

 

 

 

MANGIA.

Abbiamo preso un treno locale fino al confine con il Bangladesh per fare riprese nei luoghi più nascosti sul tema del colore della pelle e dell’accettazione del sé. Nina, di origine indiana, si è mescolata nella folla di storie personali, rigenerandosi nella ripetizione ciclica. I vagoni non avevano porte, i finestrini erano senza vetri. Nel turbine dell’aria, tra gente accalcata, un pellegrino ci è venuto vicino e ci ha regalato arance e dei dolci di miele. Non sapeva nulla di noi, ma ci è venuto incontro. Il sapore della condivisione rendeva il cibo più buono.

AMA.

A Calcutta, le suore ci hanno portato sotto i ponti. Sono “villaggi” fatti di fango e immondizie. Le bambine vivono nel terrore di essere violentate, portate via da orchi. Alcune di loro, alla morte dei genitori, sono andate nella vicina casa di accoglienza delle suore per studiare e costruirsi un futuro. Lì abbiamo toccato con mano l’Amore. Ogni ragazza ci ha parlato del vissuto di dolore, inimmaginabile per chiunque, e della rinascita. Il primo anno alla casa di accoglienza serve per restituire il sorriso, il secondo per tornare a sognare, il terzo per impegnarsi a realizzare il proprio sogno. Così una studia per diventare ingegnere, un’altra vuole fare la suora, un’altra va a giocare a rugby. Abbiamo incontrato anche una delle prime che sono vissute lì, ora fa la hostessa: dalla vita lungo i binari del treno e sotto i ponti, ai cieli infiniti.

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Lì abbiamo toccato con mano l’Amore.

Due sorprese a Delhi

Da Calcutta siamo passate a Delhi, affogando nell’inquinamento, un’aria irrespirabile, il grigio ovunque. Ma anche qui abbiamo trovato due sorprese.
Fr. Bento, che ha lasciato la sua Goa 40 anni fa, ha fondato scuole di alto profilo e centri per bambini di strada. La preparazione e la motivazione di tutti i ragazzi va oltre e così anche il loro messaggio di pace e convivenza in un’India in subbuglio.

Complexion Nina Davuluri India

Tara Gandhi e Nina Davuluri


La seconda sorpresa è stata l’incontro con la famiglia del Mahatma Gandi. La nipote Tara, che viveva con lui al tempo del martirio, ci ha aperto lo sguardo sul cammino dell’armonia e dell’amore al creato. Il pronipote Vidur ha costruito con noi una profondissima preghiera inter religiosa al memoriale. Oltre a lui e Nina, induisti, e noi cristiani, è arrivato dalla Germania lo Sheik Efendi, un fratello sufi che promuove la via della pace. Abbiamo pregato per la pace in India e nel mondo e lo sceicco ha pregato per la riconciliazione dei cuori dei presenti.
Viaggiare richiede di scardinare le proprie certezze e lasciarsi fare da ciò che si incontra.

 

I Quarantine Journeys non si fermano solo in India! Per uscire mentalmente dalla quarantena, viaggia con noi in Nepal, Kenya e Bolivia!

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