Quarantine Journeys: i nostri viaggi da quarantena partono dall’Amazzonia! In questi giorni a casa, viaggiamo insieme con le nostre troupe in giro per il mondo.

di Andrea Morghen – foto di Filippo Marzatico

“Poi le telecamere si spengono e nel crepuscolo guidiamo le moto verso St. Ignacio, verso la laguna colorata d’oro rosso, verso una festa caotica, rumorosa ma così piena di gioia, di vita, di significato.”

Ogni anno gli abitanti di San Ignacio de Moxos, un grande villaggio amazzonico nel nord della Bolivia, celebrano Ichapekene Piesta, un festival sincretico che reinterpreta il mito Moxeño della vittoria del padre fondatore della città il gesuita Ignazio de Loyola e lo mescola con credi e tradizioni indigene. Il festival dura una settimana notte e giorno, con processioni, tamburi, canti, balli e giochi con i tori. La maggiore rappresentazione della vittoria di San Ignazio coinvolge 12 “guerrieri del sole” che indossano delle straordinarie piume. Combattono contro i guardiani della sacra bandiera, gli antichi padroni della foresta e dell’acqua, prima di sconfiggerli e convertirli al cristianesimo. Questo rito può essere considerato un atto di fede, da parte degli abitanti del villaggio ma anche una rinascita costante, che permette ai Moxeños di rinascere nella tradizione Cristiana ma in accordo con i propri antenati. La processione principale include 48 distinti gruppi di partecipanti mascherati da antenati e animali ed incarna il rispetto e l’armonia della natura. Accompagnati da petardi luminosi (che simbolizzano il dono della luce), tamburi e musica barocca scherzano e ridono tra loro accompagnando per le vie del paese la statua del santo.

Una grande battaglia di sopravvivenza dell’umanità e delle tradizioni millenarie degli abitanti dell’Amazzonia

Lo scorso luglio, in occasione della festa, abbiamo scortato nella processione padre Fabio Garbari, missionario gesuita trentino, parroco di San Ignacio, che ci ha svelato il significato di questa straordinaria festività e ci ha condotto alla scoperta della fierezza e della grande umanità dei popoli indigeni, che si battono con coraggio per il rispetto della foresta e delle loro tradizioni contro un modello di sviluppo imperante che sacrifica la natura nel nome del progresso.

Fabio è stato anche la nostra guida negli sperduti villaggi della foresta che circonda la piccola città, dove abbiamo incontrato insieme al fotografo Filippo Marzatico (sue le foto nel servizio) i leader delle diverse tribù indigene che hanno partecipato alla festa. Severiano, Hector, Enrique e Natividad ci hanno aperto le porte delle loro case, abbiamo fatto colazione con caffè, empanadas calde e pompelmi fatti cadere dagli alberi e in questa calda accoglienza ci hanno raccontato le loro sfide, i loro sogni e la bellezza della foresta che ci circondava.

Non sono intimoriti dalle telecamere, vogliono raccontare e raccontarsi

Hanno narrato la loro volontà di tramandare le tradizioni del loro popolo ai figli, trasmettendo lingua, storia e usanze sempre nel rispetto di quella foresta incontaminata che chiamano “La Loma Santa”. Una vita semplice dove le parole d’ordine sono rispetto, silenzio, sobrietà, famiglia e fede. Case semplici con un cortile interno dove giocano bambini e animali. Un grande tavolo di legno dove consumare i pasti, un fuoco che arde nell’angolo di una capanna, poche stoviglie, solo l’essenziale. Una dieta quasi vegetariana, e la carne di pollo e maiale solo per le occasioni speciali ed i giorni di festa.

Quegli occhi neri che ci scrutano sereni forse con la stessa curiosità che abbiamo noi

Il duro lavoro nella giungla umida per coltivare caffè, piante da frutto e manioca. Un campo da calcio fatto di polvere e sassi dove i bambini rincorrono un vecchio pallone nella nebbia della mattina. Gli anziani rispettati, ascoltati e venerati. E quegli occhi neri che ci scrutano sereni forse con la stessa curiosità che abbiamo noi.

Non sono intimoriti dalle telecamere, vogliono raccontare e raccontarsi. Vogliono far sentire la voce di chi per troppo tempo ha accettato lo scorrere degli eventi, i soprusi degli allevatori, i doni e poi le minacce del loro presidente indigeno. Poi le telecamere si spengono e nel crepuscolo guidiamo le moto verso St. Ignacio, verso la laguna colorata d’oro rosso, verso una festa caotica, rumorosa ma così piena di gioia, di vita, di significato. 

Sono stati giorni intensi di riprese, interviste, sentieri appena tracciati nella giungla amazzonica percorsi in moto e a piedi, per filmare e documentare questa grande battaglia per la sopravvivenza dell’umanità, della natura e delle tradizioni millenarie degli abitanti dell’Amazzonia; seguitici per avere aggiornamenti sulla distribuzione del documentario Amazonia La Loma Santa.

 

Dopo la prima tappa in Amazzonia, i Quarantine Journeys vi aspettano per altri viaggi da quarantena insieme! Partiamo alla volta di Nepal, Kenya e India!

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